Andrea Massaroni, musicista polifonico, cosa ti ha portato ad essere ciò che sei?
Mio nonno tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale aveva un negozio di strumenti musicali con annesso laboratorio e restauro. Nel 68 mio padre entra in azienda e nell’86 ad una settimana di vita ero in quello stesso laboratorio. Vivo da sempre in mezzo alla musica e agli strumenti musicali.
Quelli erano i miei giochi fin da bambino, ed ancora oggi vivo con la stessa curiosità nel ricercare tutto ciò che possa continuare ad alimentare l’ardore che ho per questo mondo. Amo l’ironia nel senso che cerco di non prendermi troppo sul serio, ma questo è un riflesso del fatto che ho studiato molto e continuo a farlo tutt’ora. Ma soprattutto, suonare: mi diverte un sacco.

Che cosa significa essere un musicista turnista?
Diciamo che quella del turnista non è una scelta che decidi così su due piedi. Prima di tutto mi considero un musicista che con il passare degli anni ha conosciuto delle persone, delle band che con le quali ha condiviso idee, esperienze, momenti.
Da lì in poi si innescano delle dinamiche per le quali nel caso in cui ad una Band servisse un musicista, mi viene chiesto di collaborare. Di norma accetto solo se condivido la loro mission musicale perché partecipo solo se mi piace la loro musica. Diversamente non accetto. Per questo motivo mi definisco un turnista anomalo ma nel mio essere musicista non potrei fare diversamente.

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